martedì 18 ottobre 2011

030 - Tamagawa

Oggi gioco a fare il fotoreporter "impegnato", cioè di quelli che scattano immagini "simbolo" o immagini "shock" per denunciare ad esempio un problema sociale. Esempio, le tipiche foto dei gruppi di bambini africani tristi, no? Vanno con la loro Nikon D 3miliardi, fanno la foto carica di pathos, tornano e se la rivendono, e magari ai bambini africani un cazzo. Almeno questo è quello che vedo dietro le foto di questo tipo.
Bene, oggi ho provato per la prima volta a imitarne lo stile. Campo di battaglia, la bidonville sulle sponde del fiume Tama a Kawasaki.

Questa foto mi pare uscita benino. Con una leggera desaturazione dei colori non sembra proprio simboleggiare la triste vita del senzatetto sulle sponde del fiume?
E il contrasto della multinazionale con le povere capanne, che nei loro colori sgargianti mostrano di voler reggere il confronto almeno nell'orgoglio? Beh qua forse ci voleva un po' più di grandangolo, ma avvicinarsi a queste capanne mi sembrava come avvicinarsi a un leone che dorme e non volevo trovarmi a essere rincorso per le sponde del fiume da un barbone a pisello fuori.

Wow, e il contrasto tra la capanna e "l'indifferenza della gente che passa a bordo di automobili fiammanti" me la potevo perdere? Peccato, questa è uscita un po' male, non avevo trovato una buona postazione e per i motivi di cui sopra non volevo avvicinarmi troppo alla capanna.
Comunque, come sanno molti i senzatetto esistono anche qui, e sono pure tanti. Alla domanda su cosa fa lo stato per loro, in molti rispondono che gli offre un lavoro e una casa, ma loro rifiutano. Ci credo poco, ma per ora non entro nel merito.

5 commenti:

Luca da Osaka (ora in Tokyo) ha detto...

Ma i giappo quando raccontano la stronzata del lavoro e casa ci credonO veramente?
Non capiscono di dimostrare a tutte le persone con un Po intelligenza che sono dei bambinoni cresciuti che credono alle favole e non sanno un cazzo della oro stessa società. Secondo me la raccontano così per gasarsi sanno benissimO che nessuno gli aiuta i barboni tranne qualche associazziOne di volontari quasi sempre cattolica e i pochi ospedali che gli passano delle cure sono generalmente anche quelli cattolici. Ho amici che fanno volontariTo.
Io per avere il sussidio ho dovuto produrre un marea di carte e hp dovuto pagare lo stesso una montagna di tasse perche conta il reddito dell' anno precedente. Ps secondo i giappo perche ci sono quartieri come nishinariku dove vivono tutti disperati? Non Sara perche li c'è caporalato che fa lavorare a ore questi disperati? Fagli questa domanda al prossimo jap che ti racconta la solita balla dei barboni samurai

SirDiC ha detto...

Infatti credo poco a quella storia, poi non volevo entrare nel merito perché non sono sufficientemente informato anche se dovrei perché magari un giorno ci finisco pure io sul tamagawa. Ho anche visto un documentario tempo fa che pur essendo palesemente falso e fatto con attori (questi si bevono tutto) raccontava la difficoltà di un senzatetto a trovarsi un lavoro e i pregiudizi che incontrava.

Anonimo ha detto...

Io mi ricordo della marea di teli blu in pieno centro a Nagoya qualche anno fa, decisamente impressionante..ora mi pare abbiano sloggiato tutti, pero' a suo tempo era strizzoso passarci per andare al depato ...

A.

S ha detto...

avoja se ci sono... e poveracci anche...

S ha detto...

@ Luca:

ve', questo prendere per oro colato che i burakumin rifiutino casa e lavoro è un po' come "fumare non fa male"